Chiesa Oggi: Marzo/Aprile 2023
di Redazione Sito · 19 Maggio 2023
Chiesa Oggi: uno sguardo sulla fede - Marzo/Aprile 2023
UNA VIA CRUCIS PER LE VITTIME DELLA TRAGEDIA DI CUTRO
Qualche tempo fa, in ricordo delle vittime del naufragio di migranti nelle acque di Cutro, si è svolto, su quella stessa spiaggia, il rito del Via Crucis. La Croce, costruita con il legno dell’imbarcazione naufragata, ha percorso sulla sabbia le stazioni della dolorosa via del Calvario, in memoria delle vittime. Persone povere tra i poveri, disperati tra i disperati, con alle spalle storie di privazioni della propria dignità umana, tanto da avventurarsi in un viaggio ai limiti dell’impossibile, in mano ad aguzzini e carnefici senza alcuna coscienza personale. Naufragati in un mare che molti non avevano mai visto, con la paura come compagna di una vita di stenti, di sfruttamento, di persecuzioni. Persone che, è bene ricordarlo, hanno messo sui piatti della bilancia il terrore di quel viaggio e il rimanere nei loro luoghi natii e, pur con la disperazione e la paura nel cuore, hanno tentato la possibilità per una vita migliore. Persone inghiottite dal mare, sparite per sempre in un ingranaggio che produce dolore, guerre, morte e distruzione, che non lascia spazio alla solidarietà e alla condivisione. Persone che hanno vissuto senza la loro dignità e come tali sono morte, dopo aver percorso la via del Calvario come Gesù, senza clamori, senza incontrare un cireneo o un soldato che desse loro anche solo dell’aceto. La voce della Chiesa di papa Francesco grida forte che ancora oggi, duemila anni dopo l’incarnazione di Dio in terra, il cuore degli uomini non è aperto all’accoglienza, alla condivisione, alla solidarietà. Il cammino quaresimale aiuti tutti noi a trasformare nostri cuori di pietra in cuori di carne.
I VESCOVI INGLESI RIBADISCONO IL DOVERE DELL’ACCOGLIENZA
«I migranti sono esseri umani, con un nome e un volto, e non soltanto statistiche o problemi politici da risolvere. Persone che hanno lasciato il loro Paese in cerca di una vita migliore e che non possono essere ridotte alle etichette con le quali siamo abituati a definirli come “rifugiati” oppure “richiedenti asilo”. È importante accoglierli e, a chi di loro chiede asilo, dare una vera opportunità». Con questa dichiarazione la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles ha preso una posizione chiara e netta sulla politica migratoria del governo presieduto da Rishi Sunak. Il documento dei presuli inglesi si inserisce a pieno titolo nel solco della dottrina sociale della Chiesa cattolica alla quale papa Francesco ha dato impulso e nuova linfa. La politica del governo inglese, sottolineano i vescovi di oltremanica, considera i migranti come numeri di statistiche fredde e disumane. Non tiene conto delle situazioni di guerra, di miseria, di sottosviluppo, di disperazione sociale che spingono i migranti ad abbandonare le loro terre. In altre parole non riconosce ai migranti la dignità che è innata in ogni essere umano creato a immagine di Dio, e non incoraggia una cultura di apertura, di incontro e di ascolto. Inoltre promuove la costruzione di una società chiusa, ripiegata su sé stessa, su bisogni individuali, su egoismi, su rifiuto di novità, su regresso sociale. Il Vangelo di Matteo annuncia che “ero forestiero e mi avete accolto“, la dottrina sociale della Chiesa ci insegna come concretamente metterlo in pratica.
ANCORA TROPPI CRISTIANI PERSEGUITATI
Il nunzio Fortunatus Nwachukwu, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenuto a Ginevra alla 52ª Sessione del Consiglio dei Diritti Umani, ha dichiarato: «Negli ultimi anni si sono inasprite violenze e misure repressive a carico dei cristiani. Ai credenti spesso è negato il diritto di esprimere e praticare la propria fede, anche quando ciò non mette a repentaglio la sicurezza pubblica o viola i diritti altrui». Con questa forte e, purtroppo, cruda affermazione, il prelato ha voluto porre in risalto la drammatica situazione che vive un cristiano su sette. Non mancano, purtroppo, stati nei quali i governi hanno varato legislazioni che non ammettono religioni al di fuori di quella di stato e puniscono duramente i credenti di altre confessioni. In molti Stati, la persecuzione religiosa ai danni dei fedeli in Cristo è perpetrata anche da organizzazioni fuorilegge che, in nome dell’integralismo, uccidono, rapiscono, distruggono chiese e luoghi di culto, solo perché vogliono reprimere una qualsivoglia libertà religiosa. Questo anche a discapito delle popolazioni locali, che si vedono private di coloro che avviano attività di sostegno e di sviluppo. Ma anche in altre nazioni che, sulla carta, ammettono un pluralismo religioso, esistono persecuzioni nei confronti dei cristiani che si concretizzano in censure, limitazioni alla libertà, discriminazione nell’accesso ai servizi della vita sociale nei confronti della minoranza cristiana. Tutti, in qualsiasi parte del mondo, hanno il diritto di credere e manifestare liberamente la propria fede in Cristo, vero costruttore di giustizia e di pace.
IL SANGUE DEI MARTIRI, UN RICORDO DOVEROSO
Il 24 marzo ricorrono gli anniversari della salita al cielo di Sant’Oscar Romero e della Beata Suor Paschalina Jahn. Il primo, arcivescovo di San Salvador, fu ucciso 43 anni per il suo impegno a difesa dei poveri campesinos, vessati e sfruttati dall’oligarchia latifondista che, per mantenere la propria posizione di privilegio, non aveva esitato a scatenare la guerra civile in quel già povero Paese centro americano. La netta posizione dell’arcivescovo a difesa della solidarietà evangelica, supportata dal suo appello pubblico ai soldati impegnati nella repressione adeporre le armi, non gli lasciò scampo, e un sicario lo uccise proprio sull’altare, durante la celebrazione della messa. La Beata suor Paschalina Jahn, insieme ad altre 9 consorelle della Congregazione delle suore di Santa Elisabetta, fu uccisa in Polonia nel 1945 da soldati dell’esercito sovietico, pur a guerra terminata, che nel loro avanzare verso ovest avevano profanato chiese, cappelle, torturato ministri della Chiesa cattolica. Le suore, alcune delle quali addirittura stuprate, rimasero eroicamente al loro posto di assistenza ai malati e ad anziani, pur sapendo di mettere a repentaglio la loro vita. Questi santi, lontani tra loro geograficamente e temporalmente, uccisi in odium fidei, ci testimoniano con forza il loro servizio a Dio e alla Chiesa, seguendo il calvario di Gesù Cristo fino all’estremo sacrificio senza alcun compromesso e tentennamenti.
a cura di Luciano C.
