Parola di Vita – Ottobre 2024
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Pubblichiamo di seguito la Parola di Vita di questo mese, ossia il commento a un versetto del Vangelo proposto dal Movimento dei Focolari per ispirare la nostra vita di tutti i giorni al Vangelo e viverlo così nel concreto della quotidianità. I componenti del Gruppo “Parola di Vita” della nostra Parrocchia si ritrovano solitamente una volta al mese. La partecipazione agli incontri, lo ricordiamo, è aperta a tutti gli interessati.
La Parola di Vita del mese di ottobre 2024 è disponibile di seguito sia in versione tradizionale che video (dal canale You Tube del Movimento dei Focolari).
Per scaricare invece la Parola di Vita di questo mese in formato PDF clicca su questo link.
«Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti» (Mc 10,43-44).
Per la terza volta Gesù, in cammino verso Gerusalemme, prepara i suoi discepoli all’evento drammatico della sua passione e morte, ma proprio quelli che più da vicino lo hanno seguito si mostrano incapaci di comprendere.
Anzi, tra gli stessi apostoli si scatena il conflitto: Giacomo e Giovanni chiedono di occupare posti d’onore “nella sua gloria”(1), gli altri dieci si indignano, reclamano e il gruppo è diviso. Allora Gesù, con pazienza, li chiama tutti a sé, e rivela ancora una volta la sconvolgente novità del suo annuncio:
«Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti».
In questa frase del vangelo di Marco, c’è un crescendo nell’immagine del servo-schiavo. Gesù ci guida da un atteggiamento di semplice disponibilità in un gruppo limitato e rassicurante, ad una totale dedizione verso tutti, senza eccezioni.
Una proposta totalmente alternativa e controcorrente, rispetto alla concezione umana dell’autorità e del governo, che forse affascinava gli stessi apostoli e contagia anche noi. Sarà questo il segreto dell’amore cristiano?
«Una parola del Vangelo non viene troppo sottolineata da noi cristiani: servire. Ci sembra antiquata, indegna della dignità dell’uomo che dà e che riceve. Eppure il Vangelo è tutto qui, perché è amore. E amare significa servire. Gesù non è venuto per comandare ma per servire. […] Servire, servirsi a vicenda è cristianesimo e chi lo attua semplicemente – e tutti lo possono fare – ha fatto tutto; e non un tutto che rimane a sé stante, ma che, perché è cristianesimo vivo, divampa in incendio»(2).
«Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti».
L’incontro con Gesù nella sua Parola ci apre gli occhi, come avviene al cieco Bartimeo dei versetti successivi(3): ci libera dalla ristrettezza dei nostri schemi, ci fa contemplare gli orizzonti di Dio stesso, il suo progetto di “cieli nuovi e terra nuova”(4).
Egli, il Signore che lava i piedi(5), contraddice con il suo esempio la rigidità dei ruoli di servizio che spesso le nostre comunità civili, e talvolta religiose, riservano a categorie di persone socialmente fragili.
Il servizio cristiano è dunque imitare l’esempio di Gesù, imparare da lui uno stile nuovo di socialità: farsi prossimo di ogni persona, in qualsiasi condizione umana, sociale o culturale, fino in fondo.
Come suggerisce Giovanni Anziani, pastore metodista della Chiesa Valdese, «[…] accettando di riporre la nostra fiducia e la nostra speranza nel Signore che è servo dei molti, la Parola di Dio ci chiede di agire nel nostro mondo e in mezzo a tutte le sue contraddizioni, come operatori della pace e della giustizia, come costruttori di ponti per la riconciliazione tra i popoli»(6).
Così ha vissuto Igino Giordani, scrittore, giornalista, politico e padre di famiglia, in un momento storico segnato dalla dittatura. Per esprimere la sua esperienza, scrive: «La politica è – nel più dignitoso senso cristiano – una ancella e non deve diventare padrone: non farsi abuso, né dominio e neppure dogma. Qui è la sua funzione e la sua dignità: d’essere servizio sociale, carità in atto: la prima forma della carità di patria»(7).
Con la testimonianza della sua vita, Gesù propone una scelta consapevole e libera: non vivere più ripiegati su noi stessi e sui nostri interessi, ma “vivere l’altro”, con i suoi sentimenti, portando i suoi pesi e condividendo le sue gioie.
Tutti abbiamo piccole o grandi responsabilità e spazi di autorità: nel campo politico e sociale, ma anche in famiglia, a scuola, nella comunità di fede. Approfittiamo dei nostri “posti d’onore” per metterci al servizio del bene comune, costruendo relazioni umane giuste e solidali.
A cura di Letizia Magri e del team della Parola di Vita
1 Cf. Mc 10,37.
2 C. Lubich, Servire, in «Città Nuova» 17 (1973/12), p. 13.
3 Cf. Mc 10, 46-52.
4 Cf. Is 65, 17 e 66, 22, ripreso in 2 Pt 3,13
5 Cf. Gv 13,14
6 https://www.chiesavaldese.org/aria_covers.php?ref=111
7 P. Mazzola (a cura di), Perle di Igino Giordani, Effatà editrice Torino 2019, p. 112.