Martedì 11 Febbraio: l’Unzione degli infermi nel giorno della Madonna di Lourdes
di Redazione Sito ·
di Luca T. – 13 Febbario 2025
La memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, celebrata martedì 11 febbraio, è da sempre un appuntamento particolarmente sentito dalla Comunità parrocchiale di Pontenure. Davvero numerosi sono stati infatti i fedeli che anche quest’anno, malgrado il tempo inclemente, hanno affollato la nostra chiesa parrocchiale per pregare assieme la Madre celeste.
In questo giorno la Chiesa ricorda la prima apparizione della Vergine Maria, avvenuta l’11 febbraio 1858 nella grotta di Massabielle, alla giovane Bernardette Sobirous, alla quale la “Bella Signora” sarebbe apparsa per altre diciotto volte, fino al 16 luglio. Erano trascorsi solo quattro anni da quando Pio IX aveva additato alla Chiesa universale e al popolo di Dio un nuovo dogma: Maria, Madre del Redentore, piena di Spirito Santo, totalmente preservata dal peccato, è Immacolata.
E da allora, da quegli anni lontani a Lourdes si è sempre rinnovato quello che è l’autentico, grande e perenne miracolo, al di là delle guarigioni miracolose, delle folle di pellegrini, dell’acqua salvifica pur capace di guarire il corpo e lo spirito… il miracolo dell’Eucarestia. Nel sacrificio eucaristico si attualizza quello che è il messaggio fondamentale del Vangelo, richiamato con forza da Maria a Bernardette, la conversione dei peccatori, e il grande gesto di Cristo: dare il proprio corpo e il proprio sangue per la salvezza degli uomini.
Sin dal lontano 1992, per felice intuizione del santo pontefice Giovanni Paolo II, la Chiesa celebra in occasione di questa sempre sentita festa mariana la Giornata mondiale del malato. Anche a Lourdes, come in tutte le apparizioni riconosciute dalla Chiesa lungo l’arco della storia, la Vergine Santissima ci invita a rivolgere il nostro sguardo verso Dio, fonte di ogni consolazione, conforta e fortifica la nostra fede con la sola sua presenza, a volte con parole e sempre con grazie e miracoli di aiuto a chi soffre o è nella prova.
Due sono state le Sante Messe celebrate in questo giorno, una al mattino e una al pomeriggio, dal nostro parroco don Mauro Tramelli e dal collaboratore pastorale don Luigi Mosconi. Durante le celebrazioni, accompagnate dai tradizionali canti mariani, è stato amministrato a coloro che lo desideravano il sacramento dell’Unzione degli infermi, tramite l’unzione sulla fronte e sui palmi delle mani con l’Olio santo. Mediante questo sacramento, una volta così temuto, lo Spirito Santo dona consolazione e fortificazione nel momento della malattia e della infermità.
Come ci ricorda il Catechismo, anche l’Unzione degli infermi, come ogni sacramento, è segno visibile della Grazia, perché istituito da Gesù per salvarci, mediante segni, parole e Spirito Santo. Ebbene, nell’Unzione con il santo Olio consacrato nella Messa del Giovedì Santo, si attualizza l’azione di Gesù consolatore, che cura i malati, che ha compassione dei deboli e dei miseri, che libera dal male e dal peccato.
Non è poi mancato nella preghiera un ricordo particolarmente sentito degli ammalati della nostra Comunità, di tutti coloro che li assistono con amore e dedizione nelle famiglie e nelle strutture residenziali, dei medici e degli operatori sanitari, di chi è chiamato a governare il sistema sanitario-assistenziale. E con la preghiera è salita al Signore la supplica perché, anche nella malattia, fisica e non solo, al centro di tutto sia sempre posta solo e soltanto la persona umana, che merita di essere accolta, rispettata, amata e accompagnata nella sua inviolabile dignità, fino alla morte naturale.
È infatti bello e salutare prendersi cura degli altri, specialmente quando sono anziani, malati o fragili. È un gesto che non solo aiuta loro ma soprattutto umanizza noi stessi e non solo, ci fa crescere grandemente nella fede e nella carità. Anche di questo ci verrà chiesto conto al momento debito, perché “ero malato e siete venuti a visitarmi”, ci ricorda il Signore. Una società che abbandona, isola o sopprime chi soffre è condannata all’infelicità perenne, poiché il dolore è un’esperienza universale e come tale merita solidarietà, comprensione e accompagnamento, non rimozione, indifferenza o abbondono. A Maria affidiamo dunque tutti gli ammalati della nostra Comunità, affinché siano custoditi dal suo amore materno e dalla nostra vicinanza nella preghiera.