Il Santo del Mese – Santa Teresa d’Avila
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Luciano Casolini – 09 Ottobre 2025
Titolo: Vergine e Dottore della Chiesa. Ricorrenza: 15 Ottobre. Etimologia: Teresa = cacciatrice, dal greco; oppure donna amabile e forte, dal tedesco. Emblema: Giglio.
Martirologio Romano: Memoria di santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa: entrata ad Ávila in Spagna nell’Ordine Carmelitano e divenuta madre e maestra di una assai stretta osservanza, dispose nel suo cuore un percorso di perfezionamento spirituale sotto l’aspetto di una ascesa per gradi dell’anima a Dio; per la riforma del suo Ordine sostenne molte tribolazioni, che superò sempre con invitto animo; scrisse anche libri pervasi di alta dottrina e carichi della sua profonda esperienza
Santa Teresa d’Avila nacque il 28 marzo 1515 ad Avila in Spagna, in una normale famiglia, trascorrendo un’infanzia e un’adolescenza felici pur contrassegnate dalla perdita, a nove anni, di un fratello maggiore e della madre. Ma è l’anno 1536 che segnò lo spartiacque della sua vita, allorquando venne colpita dalla cosiddetta “grande crisi” che determinò nel suo animo la ferma decisione di entrare in monastero presso le carmelitane dell’Incarnazione di Avila.
Pur trovando la decisa opposizione paterna, ella non si perse d’animo, fuggì di casa e venne accolta dalle monache, giungendo alla professione il 3 novembre 1537. Colpita da una grave malattia che la portò sul punto di morte, venne parzialmente esonerata dagli obblighi caustrali.
Tuttavia, ben presto avvertirà tale situazione come motivo di distrazione dal compito principale della preghiera e vivrà la sua “seconda conversione”. Scrisse: “I miei occhi caddero sopra un’immagine… Raffigurava Nostro Signore coperto di piaghe. Appena la guardai mi sentii tutta commossa … Mi gettai ai suoi piedi tutta in lacrime, e lo supplicai a darmi forza per non offenderlo più.”
Iniziò, allora, la parte della sua vita più misteriosa e di profonda testimonianza, che lei ebbe modo di descrivere nella sua biografia. Venne vista levitare, cadere in deliquio e restare come morta (così la raffigurerà Bernini intorno al 1650, nella statua di S. Maria della Vittoria a Roma). A queste manifestazioni corrisponde una grande crescita spirituale, che Teresa, naturalmente portata per la scrittura e la poesia, farà abbondantemente risaltare nei suoi testi mistici, tra i più belli, chiari, significativi, corredati da uno stile raffinato e aulico che raggiunge le vette più alte prodotte dalla mente umana.
Tuttavia questa sua intensa spiritualità non fu compresa, e, addirittura, fu considerata da alcuni suoi confessori, perfino vittima di illusioni demoniache. La Santa si affidò completamente a San Giuseppe, come ebbe modo di scrivere nella sua Autobiografia “… io presi per mio avvocato e patrono il glorioso San Giuseppe e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi, in cui era in gioco il mio onore e la salute dell’anima. Ho visto che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare…”.
Venne sorretta dal gesuita Francesco Borgia e dal frate francescano Pietro d’Alcántara, che dissiperanno i dubbi dei suoi accusatori. Teresa non si perse d’animo e, su autorizzazione del superiore generale dei carmelitani, fondò numerosi monasteri in Spagna, avviando, così, la riforma del Carmelo, che si avvarrà della collaborazione di San Giovanni della Croce, da lei conosciuto nel 1567. In quel periodo Teresa concepì e compose “Il castello interiore” opera nella quale descrisse il cammino, l’innalzamento e il perfezionamento dell’anima verso Dio.
Teresa fece ritorno alla casa del Padre il 4 ottobre 1582, fu canonizzata nel 1622 da papa Gregorio XV e fu la prima santa a essere proclamata Dottore della Chiesa il 27 settembre 1970 da San Paolo VI.
La spiritualità della Santa è forte, marcata, fondata sulla preghiera concepita come incontro di amore e comunione con il Signore Gesù, il Quale è il centro, “la vita della mia vita “, l’unico in grado di trasformare la vita di ogni persona, in virtù del Suo smisurato amore, della Sua infinita sete di condurre tutte le anime alla salvezza eterna. Di nuovo affermò: “La cosa più importante è non pensare troppo e amare molto; per questo motivo fate ciò che più vi spinge ad amare.”
Ella consegna in dono a ogni persona, anche a noi di questo travagliato terzo millennio, questa spiritualità, questa amicizia fondata sull’incontro personale con Dio, da vivere in comunione affettiva con Cristo. Teresa ci insegna a “vedere senza guardare”, ossia a non giudicare come Gesù; a convertire le emozioni verso gli altri e verso tutto ciò che esterno, alla luce dell’ Amore di Cristo; a vivere una esistenza basata sui valori delle beatitudini evangeliche; a lasciare a Dio lo spazio nel profondo del nostro cuore per poterlo incontrare e far si che la Sua opera trasformi il nostro io.
Così facendo, la grande mistica indica le tappe da percorrere per crescere nell’apertura dall’ immanente al trascendente, dalla esteriorita’ all’ interiorità, laddove si trova il luogo prediletto dal Cristo Redentore per abbracciare ogni anima. Donna di incrollabile fede, di indubbia forza, di temperamento intraprendente e marcato, profondamente legata al Suo Mistico Sposo, con la mente e l’anima unicamente rivolte a Dio.
Possiamo affermare che la santa sintetizza il Tutto in questi versi che scrisse il 2 novembre 1576 alla priora suor Maria Battista:
“Nulla ti turbi, nulla ti spaventi,
tutto passa, nulla manca a chi possiede Dio
Nulla ti turbi, nulla ti spaventi,
tutto passa, nulla manca a chi possiede Dio.
Dio solo Basta. Nulla ti turbi, nulla ti spaventi.
Nulla ti turbi Nulla ti spaventi. Tutto passa tutto.
Dio non cambia. La pazienza tutto ottiene. Nulla manca a chi possiede Dio
Dio solo basta…”.
