2 Novembre 2025: anche il nostro paese celebra il IV Novembre
di Redazione Sito ·
di Luca T. – 04 Novembre 2025
Nella mattinata di domenica 2 novembre, con un po’ di anticipo rispetto alla data canonica, si è svolta anche nel nostro paese la tradizionale celebrazione in occasione del IV Novembre, Festa dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate, una ricorrenza che, come ogni anno, ha riunito la Comunità religiosa e civile di Pontenure nel comune ricordo di coloro che, in anni ormai lontani, hanno donato la propria vita per la Patria. Alla cerimonia hanno partecipato il commissario prefettizio (nonché viceprefetto di Piacenza) attualmente alla guida del nostro Comune, dott. Attilio Ubaldi, il luogotenente maggiore Luciano Salatino, comandante della stazione dei Carabinieri di Pontenure, alcuni membri delle Associazioni del nostro paese, tra le quali ricordiamo gli Alpini della Sezione Ana di Pontenure, gli iscritti alla Sezione Anpi “Amato Re” e gli scout adulti della Comunità Masci “Intorno al fuoco”.
La necessità di preservare la memoria, la gratitudine nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita e il dovere di trasmettere i valori che essi hanno difeso alle nuove generazioni, ecco gli inviti e gli ammonimenti che sono risuonati più volte durante la Santa Messa celebrata nella chiesa di Pontenure, sia nelle parole del parroco don Mauro Tramelli che in quelle del dott. Ubaldi. Nel corso della celebrazione, accompagnata dai canti del Coro “La Torre”, è salita – attraverso la preghiera del celebrante e dei fedeli riuniti attorno all’altare del Signore – una silenziosa ma accorata invocazione in suffragio dei Caduti di tutte le Guerre, in particolare di coloro che – nella Grande Guerra – sacrificarono la loro giovane vita per un bene più grande. In tutto furono più di 600mila gli italiani di tutte le età, le provenienze e le estrazioni sociali a cadere in quella che il pontefice Benedetto XV ebbe a definire come l’«inutile strage». Una settantina di questi giovani erano originari del nostro Comune.
Al termine della Messa, ha quindi preso la parola il commissario prefettizio, dott. Ubaldi. Nel suo intervento, ricco di riferimenti storici a quegli anni ormai lontani, il commissario ha voluto ricordare in modo particolare i nomi e le storie di alcuni dei Pontenuresi che sono stati uccisi in combattimento durante la Grande Guerra, anche attraverso i loro fogli matricolari, in cui vengono descritte le vicende belliche che li videro protagonisti e il loro destino ultimo. Il dott. Ubaldi, dopo aver sottolineato la necessità che il ricordo di quelle vicende non vada perduto, ha voluto ringraziare tutti gli intervenuti, e in particolare gli Alpini dell’Ana di Pontenure e i partigiani dell’Anpi, presenti come sempre con le bandiere delle loro Sezioni, per la dedizione e la disponibilità dimostrate nel trasmettere ai più giovani la memoria di quegli avvenimenti lontani.
Conclusasi la funzione religiosa, le autorità, insieme a tutti i presenti, sono uscite dalla chiesa e hanno assistito, nella piazza principale del paese dedicata ad Amato Re, il più giovane dei partigiani di Pontenure, al sempre toccante e solenne rito dell’alzabandiera sulle note dell’Inno di Mameli e del Piave, brani magistralmente eseguiti dalla Banda “Del Val-Pegorini”, e alla successiva benedizione, da parte del parroco don Tramelli, delle due corone di alloro posizionate davanti al Monumento ai Caduti, opera dell’ing. Pietro Berzolla.
Anche presso il cimitero comunale, nel giorno che la Chiesa dedicava al ricordo di tutti i fedeli defunti, non è mancata una preghiera, sia davanti alle tombe dei Partigiani pontenuresi che presso il Luogo della Memoria, luoghi carichi di significato e storia, dove sono state poste altre due corone d’alloro in nome della cittadinanza. La cerimonia si è poi conclusa davanti a quella cappella così cara a noi tutti, dove sono citati i nomi di tutti i nostri Caduti, civili e militari, morti nel corso dei due conflitti mondiali. Essi non smettono di rammentarci che il ricordo non può restare solo memoria, ma deve diventare memoriale sempre vivo, per evitare il ripetersi di tragedie e stragi simili a quelle avvenute nella prima metà del Novecento, come le tante guerre ancora oggi in corso purtroppo ci documentano.














































































































