Un istituto antico. – La consacrazione delle vedove, nota fin dai tempi apostolici (cfr. 1 Timoteo 5,9-10; 1 Corinzi 7,8), è recentemente tornata ad essere praticata in molte diocesi italiane, con la nascita dell’Ordo Viduarum. Attualmente nel nostro Paese sono circa duecento le vedove che, dopo aver perso il marito, hanno rinunciato a nuovi affetti coniugali per vivere la loro vedovanza unite nell’amore e nella fede in Cristo, continuando ad operare nel servizio umile e discreto all’interno della propria famiglia e della propria parrocchia.
Natura e scopo. – L’Ordo Viduarum è infatti formato dalle vedove che, dopo aver ricevuto dal Vescovo una solenne benedizione, emettono liberamente, in forma definitiva, il fermo proposito di permanere per sempre nella condizione vedovile, «mediante il voto di castità perpetua quale segno del Regno di Dio, consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa» (Esortazione apostolica post-sinodale Vita Consecrata, n. 16).
Nella nostra parrocchia. – Attualmente sono due le vedove appartenenti alla nostra parrocchia che hanno scelto d’intraprendere questo cammino di fede e testimonianza cristiana. Si tratta di Paola Maestri e Angela Soressi.
Di che cosa si occupano? – Hanno vari “compiti”, ogni persona infatti ha carismi diversi, c’è chi presta servizio come ministro straordinario della Comunione e visita anziani e malati, altre sono catechiste, altre fanno servizio all’altare, altre si occupano della carità.
La Preghiera ufficiale
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. (Luca 2,36-39)
Le parole di Papa Francesco alle Vedove
La vostra consacrazione nella vedovanza è un dono che il Signore fa alla sua Chiesa per richiamare a tutti i battezzati che la forza del suo amore misericordioso è una strada di vita e di santità, che ci permette di superare le prove e di rinascere alla speranza e alla gioia del Vangelo. Vi invito pertanto a tenere il vostro sguardo fisso su Gesù Cristo e a coltivare il legame particolare che vi unisce a Lui. Perché è lì, nel cuore a cuore con il Signore, in ascolto della sua parola, che noi attingiamo il coraggio e la perseveranza di donarci corpo e anima per offrire il meglio di noi stessi attraverso la nostra consacrazione e i nostri impegni.
Possiate anche voi, mediante la vostra vita sacramentale, portare la testimonianza di questo amore di Dio che è per ogni uomo chiamata a riconoscere la bellezza e la felicità di essere amati da Lui. Unite a Gesù Cristo, siate lievito nella pasta di questo mondo, luce per quanti camminano nelle tenebre e nell’ombra della morte. Con la qualità della vostra vita fraterna, in seno alle vostre comunità, abbiate cura, attraverso l’esperienza della vostra stessa fragilità, di farvi vicine ai piccoli e ai poveri, per manifestare loro la tenerezza di Dio e la sua prossimità nell’amore.
In questa prospettiva, vi incoraggio a vivere la vostra consacrazione nel quotidiano con semplicità e umiltà, invocando lo Spirito Santo perché vi aiuti a testimoniare, nell’ambito della Chiesa e del mondo, che «Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti» e che «chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo».