Maggio, un mese sotto la protezione di Maria, la nostra Madre celeste
di Redazione Sito ·
di Luca T. – 2 Maggio 2025
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura».
Con queste parole San Bernardo di Chiaravalle, nel Paradiso di Dante, si rivolge alla Madonna esaltandone la verginità unita alla maternità e il costante atteggiamento umile e discreto che ne rivela l’intima grandezza, che La fa brillare nella semplicità del nascondimento fino a divenire Madre del Redentore.
Maria è la via sicura che conduce a Cristo, questo insegnano la tradizione della Chiesa e la storia della pietà cristiana: la devozione filiale verso la Madonna non toglie nulla all’intimità con Gesù, anzi… se possibile, l’accresce ancora di più, la rende fruttifera e la conduce ad altissimi livelli di perfezione.
Madre di Dio, Theotókos, così riconobbero Maria i padri della Chiesa riuniti nel grande concilio di Efeso, confermando quello che il popolo di Dio già credeva da secoli a suo riguardo. Sono tantissimi i titoli o gli attributi che nel corso della storia il popolo cristiano ha via via aggiunto a questo primo appellativo. Sono davvero troppi per essere ricordati in questa sede, ma in ciascuno di essi rivive l’amore intramontabile che i figli nutrono per la Madre.
Fu proprio ad Efeso, antica città dell’Asia minore, famosa nell’antichità per il tempio dedicato ad Artemide, che secondo la tradizione Maria aveva fissato la sua residenza. Fu in questo luogo che la Vergine visse fino alla fine dei suoi giorni terreni, attorno al 48 dopo Cristo, quando secondo un’antica tradizione, divenuta per la Chiesa dogma solo in tempi recenti, Ella fu assunta in Cielo in anima e corpo.
Nel tempo della sua vita terrena furono gli Apostoli a restarLe vicino, dopo l’Ascensione del Figlio, in particolare Giovanni, il discepolo prediletto, al quale Maria era stata affidata da Gesù stesso mentre entrambi si trovavano ai piedi della Croce.
Ora tutti noi, divenuti suoi figli perché Ella è la Madre della Chiesa, che ha tenuto a battesimo nel Cenacolo, quando lo Spirito Santo discese a Pentecoste, vogliamo sentirla sempre di più Madre, rimanerLe vicino ed esserLe grati, perché La riconosciamo come Consolatrice dei giorni tristi, buona Consigliera quando il dubbio ci logora, Dispensatrice di tutte le grazie, Madre dolce e benigna che ci conduce a Gesù.
«Salve, o degnata del secondo nome,
O Rosa, o Stella ai periglianti scampo;
Inclita come il sol, terribil come
Oste schierata in campo».
In questo modo saluta Maria il Manzoni, il grande poeta cristiano, che nel suo celebre inno dedicato alla Vergine Santissima la fa esclamare: “Tutti i popoli mi chiameranno beata”, come nella sua preghiera, il sublime inno del Magnificat, in cui dopo la visita ad Elisabetta Maria stessa dice “L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio mio salvatore”.
Il mese di maggio che abbiamo appena iniziato, in fondo, non è che questo: un’incessante preghiera fatta di Ave Maria che, come un bel mazzo di rose (rosario appunto), viene offerto a Lei, la Regina del Cielo, affinché preghi il Suo Figlio per noi peccatori, affinchè si mostri propizio, ed interceda per tutti.
Ogni giorno sarà così un’occasione unica e irripetibile per riscoprire la bellezza della preghiera, della fiducia e della speranza, come siamo invitati a fare in modo particolare durante quest’anno giubilare.
Ci piace concludere questo nostro scritto con quella che è la più antica preghiera che il popolo di Dio ha rivolto alla Vergine Santissima, più antica persino dell’Ave Maria stessa. Essa risale al terzo secolo, quando ancora la Chiesa era perseguitata e i martiri testimoniavano la fede fino all’effusione del sangue. Purtroppo non è molto conosciuta, ma in questa invocazione rivive l’antica fede della Chiesa, che si pone con fiducia filiale sotto la protezione della Madre.
«Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta».
