Pontestorie – La Festa dell’Asino in seconda edizione (riveduta e corretta)
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
A cura di Luca T. – 10 Ottobre 2025
A chi ha la pazienza, somma sintesi di ogni virtù, di sfogliare le sue pagine ingiallite (non sembra ma tra due anni ne fa ben 60, la Signora), la nostra rivista parrocchiale “La Torre” regala sempre storie assai divertenti e istruttive sul passato recente del nostro paese. Quella che andremo a raccontarvi in questo pezzo, con l’ausilio insostituisibile di foto e articoli d’epoca, riguarda le origini di quella che tutti considerano la festa Pontenurese per eccellenza, quella dell’Assino, ovviamente! Buona lettura, dunque, per chi vorrà e grazie cara Rivista per le storie che ci regali.
L’asino non volava ormai più da un pezzo a Pontenure, quando un piccolo gruppo di buongustai del nostro paese, in una uggiosa serata autunnale, decise di ritrovarsi presso la trattoria del signor Veneziani (che si trovava in piazza Tre Martiri, presso l’odierna sede della Banca Credit Agricole) per fare la festa a un bell’asinello, forse un lontano discendente di quello famoso che compì il primo e celeberrimo volo dalla nostra Torre. Era l’11 novembre 1967. Già da giorni in cucina fervevano i preparativi per la gustosa mangiata di carne asinina, che finiva poi – come si suol dire – “in gloria” con il classico gioco del taglio delle cravatte, issate poi a mo’ di trofeo su di un ferro sporgente all’ingresso del cortile. Anche i nonnini della Casa di riposo “Parenti”, che allora aveva la sua sede proprio lungo la via Emilia, ebbero la ventura – in qualche modo – di essere a loro volta parte della festa…. Furono infatti ben nove i chili di “manzo” d’asino inviati ad allietare la mensa di coloro che avevano visto la storica impresa nell’anno del Signore 1901.
Già l’anno successivo, questa prima e goliardica mangiata di un gruppo di amici, ebbe un seguito grazie alla neonata Pro Loco di Pontenure, costituitasi proprio nel 1967, sotto la presidenza di Gianni Sichel. Per il debutto dlela festa venne scelta una data importante per il nostro paese, il 7 ottobre, quando si celebrava – ancora – con il dovuto sfarzo la popolare sagra dedicata alla Madonna del Rosario. Per evitare incidenti (allora l’argomento eccitava, per così dire, ancora un poco gli animi) e non disturbare la celebrazione religiosa, venne scelta la data del lunedì anziché quella della domenica. La cosa, a quanto pare, non ebbe comunque conseguenze, perché la festa fu un vero successo: una grande folla si riunì infatti in piazza, a quei tempi ancora dedicata alla Repubblica, per mangiare l’«asinocotto», una folla stimata, così riporta una cronaca del quotidiano “Libertà”, addirittura a duemila persone.
E non era scontato, perché – in quell’epoca – la gente del nostro paese nutriva ancora una certa (e giustificata, reputiamo, da veri Pontenuresi) pruderie a riguardo del famoso volo e del suo protagonista, resistenze ben presto superate grazie all’amicizia e alla cordialità che solo la buona tavola sa instaurare nell’animo di tutti. In piazza era stata allestita per l’occasione una gigantesca tavolata a forma di ferro di cavallo, imbandita alla meglio e ben provvista di pane e buon vino. Verso le 19.30 faceva il suo solenne ingresso, su un camioncino, l’indiscusso protagonista della festa, un bell’esemplare di asinello, mentre altri due suoi compagni venivano cucinati arrosto per la gioia di tutti i presenti.
Tanto era la folla accorsa che, in poco più di mezz’ora, gli arrosti e i panini imbottiti di deliziosa carne asinina andarono letteralmente a ruba. A coronamento della giornata di festa, come avveniva un tempo in ogni sagra paesana degna di questo nome, le note di una fisarmonica provvedevano a intrattenere i presenti con musiche antiche e moderne, mentre qualcuna delle coppie presenti improvvisava un giro di valzer o di mazurka. Tra gli avventori vi era anche l’allora sindaco di Pontenure, Dante Sivelli, e numerosi consiglieri comunali, una presenza molto apprezzata dagli organizzatori che furono spinti a rinnovare la festa anche l’anno successivo.
Molta è l’acqua passata sotto il ponte della Nure da quegli anni lontani, e pochi sono i protagonisti di questa storia che la possono ancora raccontare, ma – come si sa – la festa dell’Asino è diventata nel giro di pochi anni la sagra pontenurese per eccellenza fino a quando non si è bruscamente interrotta negli ultimi tempi per cause, diciamo, di forza maggiore. Speriamo che altri “valorosi” possano presto rinverdire l’impresa, e farci di nuovo apprezzare l’«asinocotto», come fecero quei ragazzi nel 1968.





