1° e 2 Novembre, le celebrazioni nei giorni dei Santi e dei Defunti
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
1° e 2 Novembre, le celebrazioni nei giorni dei Santi e dei Defunti
Lunedì 1° Novembre, solennità di Tutti i Santi. - Il mese di Novembre si apre con la festa di Ognissanti e, durante le celebrazioni, si legge il Vangelo di Matteo delle Beatitudini. La pioggia torrenziale ha impedito la consueta celebrazione eucaristica presso il cimitero comunale, ma un gran numero di persone ha preso comunque parte anche quest'anno alle numerose sante messe che nella mattinata e nel primo pomeriggio di lunedì 1° novembre sono state celebrate dal nostro parroco don Mauro Tramelli nella nostra chiesa parrocchiale.
Come ha detto Don Mauro nell'omelia, la festa di Tutti i Santi è tipicamente cristiana e il vangelo di Matteo con l'elenco delle beatitudini, parla di Dio partendo dai bisogni concreti dell'uomo. Gesù sale sul monte come Mosè, non per dare una legge nuova al popolo, ma per insegnare a leggere con occhi nuovi la legge che già c'è. Con il suo atteggiamento, Gesù vuole dare un insegnamento solenne e definitivo. La parola "Beato" in greco ha come significato qualcosa che ti è promesso, ma per la quale ti devi impegnare. È una promessa ed è un programma di vita allo stesso tempo. Il regno di Dio è una relazione con Dio. Una relazione di ascolto e di confronto con Dio.
Oggi la Chiesa ci mette di fronte una grande moltitudine di persone che hanno fatto delle beatitudini il loro programma di vita. È un programma che è per tutti. Per noi e per quelli che ci hanno preceduto ed è per questo motivo che si va al cimitero anche in questo giorno, per proclamare che c'è una comunione di vita che non ci separa da nessuno. Neanche da morti ci separiamo da Dio e dai nostri fratelli perché questo impegno, questa promessa, questo dono è di tutti ed è donato a ciascuno di noi.
Martedì 2 Novembre, commemorazione di tutti i fedeli Defunti. - Il giorno dopo Ognissanti, il 2 Novembre, è il giorno dedicato dalla Chiesa al ricordo di tutti i fedeli defunti. Una gran folla si è riunita alla mattina al cimitero per visitare le tombe dei propri cari, per una devota preghiera, per un gesto gentile, per un omaggio e un ricordo ad un tempo doverosi e sentiti. La santa messa, trasmessa per l'occasione anche in diretta streaming, che grazie al tempo clemente si è tenuta al cimitero, è stata preceduta dalla recita del santo rosario, in cui la preghiera mariana è salita soave come l'incenso, come un ponte capace di unire idealmente il cielo alla terra, i vivi ai defunti.
Commentando nella sua omelia il Vangelo del giorno, il nostro parroco don Mauro ha parlato dei nostri cari come "Quelli che sono andati avanti". Questo è un modo di dire degli alpini che parla di continuità e non di interruzione, rimane un legame e non un abbandono. Giobbe nella prima lettura professa la sua fede in Dio che è fedele, che è presente e che non ti abbandona. Nell'antica Grecia, il redentore è quello che paga i debiti come Dio paga i nostri. Non siamo qui al cimitero per commemorare con tristezza qualcuno che non c'è più, ma a confermare una comunione di vita che un Redentore ha pagato per noi e per il quale ci è stata ridata la capacità di vivere questa comunione e che si replica a ogni Eucaristia.
Accompagnata dagli splendidi canti e dagli altri inni intonati da un manipolo di brave e volenterose cantarine del Coro "La Torre", immancabilmente presenti all'appello nonostante la frizzante aria novembrina, la celebrazione è stata gradita occasione per rivedere un caro sacerdote pontenurese, monsignor Giancarlo Dallospedale, per molti anni missionario "fidei donum" in Brasile e direttore dal 2019 dell’Ufficio Missionario e del Centro Missionario Diocesano, che al termine del sacro rito da lui concelebrato non ha mancato di intrattenersi in cordialissimo colloquio con alcuni dei fedeli presenti.
Non ci resta che concludere con le belle parole di un canto udito risuonare spesso in questi giorni così particolari di inizio novembre: La pace dei Santi, concedi o Signore... et lux perpetua luceat eis, nell'attesa di ritrovarci tutti quanti assieme nella gioia senza fine della Gerusalemme celeste.
Luca & Elisabetta