Domenica 11 dicembre, il saluto (e il doveroso grazie) della Comunità pastorale a don Josuè
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Domenica 11 dicembre, il saluto (e il doveroso grazie) della Comunità pastorale a don Josuè Brito da Silva
Davvero in tanti, nel pomeriggio di ieri, domenica 11 dicembre, hanno sentito la necessità di essere presenti nella chiesa di Paderna per salutare don José Brito da Silva che ieri ha preso congedo, dopo ben dieci anni di feconda attività pastorale, dalle comunità a lui affidate e dall’intera Comunità pastorale di Pontenure.
Nelle panche della settecentesca chiesetta erano presenti, infatti, stretti in preghiera attorno al celebrante, molti fedeli delle parrocchie di Valconasso, Paderna e Pontenure, ma anche gli scout del Gruppo Pontenure 1 (che hanno animato la celebrazione con letture e preghiere) e le autorità civili e militari del nostro Comune, tra cui il sindaco, avv. Manola Gruppi, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, e il comandante della stazione dei Carabinieri di Pontenure, maresciallo maggiore Luciano Salatino.
È sempre assai delicato il momento in cui il parroco lascia la comunità per assumere un nuovo incarico, perché il sacerdote è guida spirituale, testimone di vita, compagno di cammino, fratello e padre a un tempo nella grande famiglia che è la Parrocchia. E un poco di dispiacere e parecchia commozione erano i sentimenti prevalenti tra le panche, che aleggiavano nell’aria, insieme ovviamente alla gratitudine, gratitudine nei confronti di don Josuè, per il tanto bene da lui compiuto tra di noi, ma anche del Signore, che ci ha regalato il dono grande della sua presenza nella vita nostra e delle nostre comunità parrocchiali. Ma quando ha avuto inizio la santa messa nella chiesa di Paderna, dedicata alla Cattedra di San Pietro, ha iniziato subito a diffondersi anche la gioia, quella gioia grande e piena che abbiamo sperimentato nella liturgia della terza domenica di Avvento, la domenica Gaudete, in cui la Chiesa smorza un poco la penitenza dell'Avvento e si rallegra, come fece Giovanni nel grembo materno, esultando per il Natale ormai vicino, per la pienezza della Salvezza che già si pregusta.
Timore grande, perplessità, sgomento, furono certamente sentimenti provati anche dagli Apostoli quando il Signore ascese al Cielo, ma Egli fece loro una promessa, che quella tristezza si sarebbe trasformata in gioia, perché sarebbe venuto tra di loro il Consolatore, dono promesso dal Padre. Questa era la speranza viva nei cuori di tutti coloro che erano presenti ieri pomeriggio a Paderna, che la tristezza presto si possa tramutare in gioia, sapendo che tutto il bene che don Josuè ha fatto tra di noi continuerà a farlo nella nuova comunità, dove tra pochi giorni sarà accolto come noi lo accogliemmo, ormai dieci anni fa, con calore, entusiasmo e spirito di collaborazione.
Alla solenne concelebrazione eucaristica, presieduta ovviamente da don Josuè, hanno partecipato anche il nostro parroco don Mauro Tramelli, l’immediato predecessore di don Josuè nelle parrocchie di Paderna e Valconasso, don Alphonse Lukoki Fulumpinga, attualmente alla guida della parrocchia cittadina di San Savino, padre Adelio Pedro Joao dei Figli di Sant’Anna, lo scalabriniano padre Sandro Curotti, che nelle ultime settimane ha sostituito padre Josuè nella celebrazione della messa, e il diacono Roberto Paretti. Ad accompagnare la liturgia i canti intonati dai Cori di Valconasso, Fontana Fredda e Chiavenna, magistralmente diretti dal signor Enzo Panizzi, che hanno reso ancora più solenni i vari momenti della celebrazione.
“Per me Pontenure è stata una grande esperienza di pastorale” ha confessato don Josuè nel suo breve saluto, ringraziando le autorità e tutti i fedeli presenti, perché “mi ha dato il tempo di stare in ginocchio davanti alla Santissima Eucarestia, pregando per tutti voi: mi ha fatto vivere come in un monastero, nel silenzio, nell’umiltà, nel nascondimento”. Parlando del suo personale carattere, alieno dai riflettori, don Josuè ha ricordato in particolare l’opera da lui svolta in quella carità che si nutre e circonda del silenzio, ignota forse agli uomini ma non certo a Dio, come le tante ore passate in confessionale a confessare, ma anche le tante visite da lui compiute per anni alle persone malate, per recare loro il conforto dell’Eucarestia e accompagnarle a volte nel loro ultimo tratto di cammino, verso la beatitudine del Regno.
Un altro grande esercizio di ascolto e di incontro, ha proseguito don Josuè, sono stati i tanti matrimoni celebrati proprio nella chiesa di Paderna, ricordando in particolare quella gioiosa “bellezza propria dello stare insieme”, esemplificata dalle numerose coppie, anche provenienti da altre diocesi, che non mancavano mai di passare a salutarlo quando avevano modo di tornare nella piccola frazione di Pontenure, magari in occasione della famosa rassegna “Frutti Antichi”. Un ringraziamento particolare don Josuè lo ha poi voluto rivolgere ai suoi parrocchiani di Valconasso e Paderna che lo hanno sempre sostenuto nelle varie iniziative, in particolare a chi nella semplicità del silenzio “pulisce la chiesa, stira l’alba o i purificatoi”. Anche questo, ha ricordato don Josuè, è un modo di esprimere la fede in Cristo: come insegnava ai suoi fraticelli San Francesco d’Assisi, infatti, la fede si nutre anche della solennità della liturgia, della bellezza del canto, del candore dei paramenti, perché la povertà si ferma ai piedi dell'altare: per Dio nulla è mai troppo.
Non è mancato, insieme a quello del sindaco Gruppi, che ha recato il saluto della comunità civile, un intervento di Enzo Panizzi che ha volto salutare don Josuè a nome delle due comunità parrocchiali delle due frazioni di Paderna e Valconasso. “La tua presenza tra di noi in questi anni è stata una vera benedizione. Ci hai accompagnato con presenza costante e discreta, facendo tue le nostre gioie e le nostre speranze, facendo tuoi i nostri dolori e i nostri problemi”, ha esordito il signor Panizzi. Un ministero sacerdotale quello di don Josuè tutto ispirato all’umiltà, al rispetto dell’altro e delle sue opinioni, alla semplicità, alla generosità, vissute nel segreto dei piccoli gesti, ha ricordato ancora Panizzi, citando doverosamente quanto fatto da don Josuè per rendere più belle le chiese delle due frazioni. “In punta di piedi - ha proseguito Panizzi - sei entrato nelle nostre case, in punta di piedi sei entrato nei nostri cuori e li hai conquistati. L’ascolto, con una particolare attenzione all’altro, è stata la tua arma vincente e mentre proclamavi la parola di Dio che alimenta fede, speranza e amore, sapientemente lasciavi ad ognuno la libertà di accoglierla”, certo come il buon seminatore della parabola che, parte della semente, sarebbe caduta sul terreno buono.
Al temine della santa messa i locali della canonica attigua alla chiesa hanno ospitato un gradito rinfresco aperto alla partecipazione di tutti: un’ulteriore occasione per un ultimo saluto a questo sacerdote che, umile operaio nella vigna del Signore, tanto bene ha operato a favore delle nostre comunità. L’ingresso di don Josuè nella parrocchia di Lugagnano, la parrocchia che gli è stata assegnata dal vescovo nel settembre scorso, avverrà domenica prossima 18 dicembre, alle ore 10.30. Tutti sono invitati a partecipare, anche solo accompagnandolo con la preghiera.
Luca T.