La croce dei nuovi martiri: crescono i cristiani perseguitati nel mondo
di Redazione Sito · 2 Agosto 2023
La croce dei nuovi martiri: crescono i cristiani perseguitati nel mondo
Recentemente il quotidiano "Il Foglio" ha pubblicato il rapporto redatto dall'Associazione "Aiuto alla chiesa che soffre" sulle persecuzioni a causa della fede in tutto il mondo, nella stragrande maggioranza a danno dei fedeli di Gesù Cristo. Ne emerge che in 61 stati sovrani su 196 si sono registrate forme gravi di violazione alla libertà religiosa. È un terzo del pianeta, nei quale vivono cinque miliardi di persone, il 62 per cento della popolazione mondiale.
Nelle nazioni citate di seguito citate, addirittura, si può tranquillamente parlare di palese e violenta persecuzione vedi in Afghanistan, Pakistan, Cina, Corea del Nord, Nigeria, India, Burkina Faso, Mali, Ciad, Camerun e, tra gli altri, la "novità" Nicaragua, dove la Chiesa è vessata dal regime di Ortega. Nella seconda parte dell'elenco si evidenziano quelle nazioni che mettono in atto una persecuzione meno appariscente ma che va a reprimere i fedeli di Cristo con forme più subdole, come leggi discriminatorie, ostacoli di natura economica, sociale, assistenziali e lesive della dignità umana.
Numeri, purtroppo, allarmanti, in costante crescita che, paradossalmente, non fanno notizia nell'opinione pubblica e lasciano solo un velo di indifferenza o al massimo di momentaneo sconcerto che ben presto viene riposto nel dimenticatoio.
Francamente, e lo scrivo con dispiacere, questo genere di notizia non ha presa sulla maggioranza delle coscienze, presi come siamo dal vortice della vita sociale secolarizzata e individualizzata, dove non alberga più lo stupore, la meraviglia, il fermarsi a guardare la bellezza del messaggio evangelico.
E allora avanti ognuno per sé, dedicando, nel migliore dei casi, un ritaglio di tempo a questo tipo di problematiche, per tornate, quasi per default alle proprie attività, preoccupazioni e impegni.
Che fare allora? Come prendersi a cuore la sorte di milioni e milioni di fratelli vessati dalla violenza persecutoria che li costringe a privazioni, dolori fino all' effusione del sangue?
Prima di tutto, è d'uopo pregare Dio (e molto) affinché apra e converta il cuore dei persecutori e sostenga chi è nella prova, certo, "chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete" come scrive l’evangelista Luca, ma a tutti è richiesto un impegno concreto e più impattante.
Mi viene da pensare ai mezzi di comunicazione e di informazione affinché non sottovalutino il problema ma abbiano il coraggio e la deontologia professionale di fare scelte di campo serie e dignitose per una informazione che metta da parte il frivolo chiacchiericcio e il futile gossip, facendo venire a galla questo problema.
Ai governanti, perché isolino sempre più quei regimi e non chiudano gli occhi davanti alle violazioni dei Diritti Umani in cambio di vantaggi politici, economici, militari e strategici.
A tutti noi, per uno stile di vita di maggiore sobrietà, solidarietà, di fratellanza come ha ben descritto papa Francesco nella enciclica Fratelli tutti, per supportare le politiche dei governi verso i regimi dittatoriali.
Creare, insomma, un percorso, che sarà lungo, faticoso, perché nessuno possiede una ricetta rapida e sicura, che instauri in questa società una coscienza di attenzione, per quanto possibile, di condivisione, verso le repressioni, farsi carico, ognuno, di un impegno che metta il poco a disposizione di tutti. Ci apparirà un tunnel che non da prospettiva di luce, ma occorre che ognuno metta e contribuisca, anche nel poco come la vedova che gettò la propria moneta nel tesoro del Tempio.
Luciano Casolini