Martedì 25 Aprile, festa della Liberazione: il senso di un cammino
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Martedì 25 aprile, festa della Liberazione: il senso di un cammino
Da sempre il cammino del popolo di Dio è un cammino di Liberazione, dall’Egitto, da Babilonia, dal peccato. La libertà non è una cosa che piove dal cielo, ma va bensì conquistata, curata, mantenuta. Oggi molte cose le diamo per scontate, ma non sempre è stato così.
Prima del 25 aprile 1945, solo 78 anni or sono, la libertà coma la intendiamo oggi era un miraggio, parte del paese era sotto la dittatura, truppe straniere di occupazione dettavano legge, loro reparti tristemente famosi si macchiavano di stragi e delitti efferati, in ogni angolo del paese si combatteva, in città come in montagna, e molti giovani italiani persero la vita in questa battaglia per la libertà.
Da questa data è iniziato un percorso di libertà che ha portato poi, nel periodo dicembre 1947/gennaio 1948, alla promulgazione ed entrata in vigore della Costituzione della neonata Repubblica Italiana. Questa mattina, nella piazza antistante la chiesa, dedicata al giovane diciassettenne pontenurese Amato Re, che trovò la morte in quei combattimenti che precedettero la liberazione, la professoressa Fagnoni, quale rappresentante delle istituzioni, ha ricordato “le ragazze e i ragazzi, le donne e gli uomini che scelsero di non voltarsi dall’altra parte, di non aspettare che altri scrivessero la storia per loro“; e fu anche grazie a loro, al sacrificio estremo di alcuni di loro, che i Padri costituenti, nella ritrovata libertà, poterono redigere la nostra Carta Costituzionale, che ancora oggi ci indica “la strada del rispetto dei diritti, della responsabilità verso i doveri, della dignità della persona, dell’uguaglianza, della solidarietà“.
In questo giorno, la Chiesa ricorda San Marco Evangelista che don Mauro ha paragonato, durante l’omelia, a un partigiano perché proprio in casa sua si è riunita la prima Comunità cristiana, all’epoca in clandestinità. Ha poi ricordato come anche al giorno d’oggi la libertà è messa in discussione; ha portato come esempio i social, che spesso distorcono la verità, traendo in inganno coloro che non hanno l’acume per avvedersene. “Il credente cerca il nucleo della verità, cioè Dio; deve cercare le radici della verità nel Vangelo, solo così sarà libero“.
Stamane il corteo, composto da un nutrito gruppo di partecipanti delle varie associazioni del territorio, i rappresentanti del Comune e delle forze dell’ordine, è partito dalla Casa Comunale, a ritmo della marcia orchestrata dalla banda Del Val-Pegorini. Dopo la funzione religiosa, in piazza Re, è stata deposta una corona d’alloro davanti alla fontana/monumento ai Caduti di tutte le guerre, ornata da fiori bianchi e rossi, dono dell’Associazione culturale “Il sogno”. Durante l’alzabandiera ancora la banda ha emozionato tutti intonando prima l’Inno di Mameli e poi Bella Ciao. Dopo il discorso del vicesindaco, alcuni ragazzi della terza media dell’Istituto comprensivo di Pontenure, accompagnati dalle insegnanti Bertuzzi e Midulla, hanno sottolineato con la lettura, emozionata, di alcune testimonianze molto significative di chi quei momenti li ha vissuti, l’importante ruolo delle donne nella lotta partigiana. Donne che con piccoli e grandi gesti hanno cambiato il nostro futuro. “Sono loro i nostri ragazzi oggi i nuovi combattenti, i nuovi partigiani che lottano perché non gli venga rubato il futuro, perché ci sia il futuro“, aveva appena detto nella presentazione Angela Fagnoni, parlando dei giovani studenti.
La cerimonia si è poi spostata al cimitero dove in molti hanno voluto assistere alla deposizione della corona davanti alle tombe dei giovani pontenuresi che hanno perso la vita per la nostra libertà. Tutti noi speriamo, come ha ricordato don Mauro nella celebrazione che, “nessun figlio debba morire a causa della guerra e nessuna madre versare più lacrime“.
Carmine Acconcia e Tina Martone