Gioia, pace, stupore e luce: la santa messa della notte del Natale del Signore
di Redazione Sito ·
Strappati dal suono festoso delle campane alle tavole imbandite dal superfluo e ai riti stanchi quanto ormai senz’anima di una festa che sembra non riconoscere più il vero festeggiato, alle ore ventiquattro, nella notte fra domenica 24 e lunedì 25 dicembre, molti fedeli della nostra Comunità pastorale si sono ritrovati nella chiesa di Pontenure per la Santa Messa nella notte di Natale. Quest’anno, dopo tre anni di forzata interruzione (a causa della pandemia da Covid-19), la solenne funzione è tornata finalmente a celebrarsi, con gioia vera e soddisfazione autentica di tutti, all’orario canonico, le ore ventiquattro, perchè certe tradizioni sono da rispettarsi.
Era tutta luminosa e accogliente la nostra chiesa, resa ancora più splendente dalla luce della Pace che brillava vicino all’ambone, una luce proveniente dalla basilica della Natività in Betlemme, da quella fiamma che mai non si spegne, alimentata dall’olio offerto da tutte le nazioni cristiane della terra. In questa notte di luce e di amore, che quest’anno più che mai ci trova inermi e angosciati spettatori di guerre e violenze che sembrano annullare e inghiottire tutto, grazie ai sacri riti che ci offre la Chiesa abbiamo accolto ancora una volta il Verbo eterno, che discende tra di noi nella debolezza di un bambino, per chiedergli di essere forti nell’amore, radicati nella carità, profeti di speranza e testimoni di pace vera per il mondo intero.
La gioia piena e ineffabile della notte di Natale, che solo la nascita del Redentore sa donare, è risuonata anche nei canti del Coro “Perfetta Letizia”, a cominciare dal Gloria, l’inno angelico che gli angeli intonarono attorno alla stalla di Betlemme per cantare la felicità dell’uomo, cui viene offerta la salvezza promessa da Dio Padre all’umanità caduta, a causa della superbia, nella rovina del peccato e della morte. In questa notte, gli angeli e gli uomini, la Chiesa del cielo e la Chiesa della terra, cantano assieme la gloria di Dio, la pace data agli uomini, il compiersi delle profezie antiche che tutte si svelano nella paglia di una mangiatoia.
E il tema della gioia è tornato anche nelle parole della breve omelia tenuta dal nostro parroco don Mauro Tramelli, che con una "storiella" ha ricordato che solo la presenza del Signore è capace davvero di colmare la sete di felicità e la fame d’infinito che albergano nel cuore dell’uomo. A concelebrare la solenne celebrazione eucaristica, insieme a don Tramelli, era presente anche don Luigi Mosconi, di recente nominato dal Vescovo a pieno titolo collaboratore della nostra Comunità pastorale.
Dopo la proclamazione del Vangelo, in cui l’evangelista Luca, unico fra tutti, ci ha trasmesso il prodigio di quella nascita verginale, lo stupore del Mistero è risuonato attraverso un inchino in corrispondenza le parole "e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo" del Credo, il simbolo della nostra fede, nel quale sono narrati tutti i misteri del Dio fattosi Uomo. Abbiamo così, attraverso quell'inchino, adorato profondamente il Dio che ha assunto la forma della sua creatura e gli abbiamo reso, con i nostri umili omaggi, quella gloria di cui egli si è privato per noi.
Al termine della celebrazione, mentre in tanti si intrattenevano davanti al grande presepe in stile popolare, allestito anche quest’anno in chiesa da un piccolo gruppo di appassionati di quest’arte antica, in molti hanno reso omaggio al Redentore incarnato attraverso un bacio, un gesto semplice ma carico di sincera devozione.
Spronati dall’esempio offerto dai pastori, anche noi dobbiamo ora senza indugio e senza esitazione comunicare la buona novella appresa dagli angeli e invitare tutti alla grotta di Betlemme per contemplare Gesù tra le braccia di sua Madre.
Luca T.
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