Registri parrocchiali, una fonte preziosa

I registri parrocchiali sono appositi volumi, normalmente custoditi presso l’archivio parrocchiale, sui quali vengono registrati a cura del parroco battesimi, matrimoni, cresime e funerali celebrati in una parrocchia. Questi registri costituiscono una fonte documentaria insostituibile perché per secoli hanno rappresentato l’unica registrazione anagrafica continuativa nel periodo precedente all’istituzione dello stato civile, avvenuta soltanto in epoca napoleonica. Fin dal Medioevo, infatti, i parroci erano soliti annotare tutti gli avvenimenti della vita dei propri fedeli; con il passare del tempo, in alcune città, iniziarono anche le registrazioni di battesimi, matrimoni e defunti, anche se con un carattere assai sporadico e discontinuo. I decreti concernenti l’obbligo della compilazione da parte dei parroci dei registri parrocchiali relativi a battesimi e matrimoni furono emanati soltanto durante il Concilio di Trento (1545-1563), in data 11 novembre 1563; per i registri dei defunti la normativa fu invece dettata nel 1614. Soltanto in quell’anno infatti, per volontà di papa Paolo V, la Santa Sede diramò le norme per la compilazione di questi ultimi. Ai quattro volumi citatbisogna aggiungerne un quinto, lo Status Animarum, in cui, in particolari occasioni (generalmente durante le benedizioni pasquali o una visita pastorale da parte del Vescovo), viene annotato un censimento o una descrizione generale dello stato delle anime della Parrocchia.

I registri parrocchiali costituiscono pertanto un patrimonio storico e sociologico di rilevanza ineguagliabile e un punto di riferimento fondamentale per ogni studio di onomastica e per ogni seria ricerca genealogica. Infatti, grazie alle informazioni raccolte insieme alle annotazioni attinenti ai vari sacramenti, questi libri si dimostrano assai utili non solo per la conoscenza della situazione religiosa e sacramentale di una parrocchia, ma anche come fonte fondamentale per studi storici, antropologici, demografici, sociali, giuridici. Nella nostra parrocchia la stesura degli atti avveniva secondo formule costanti a seconda dei diversi tipi di registrazione (battesimo, matrimonio, morte); inizialmente le registrazioni erano redatte in italiano, anche se a partire dalla seconda metà del Seicento si diffuse l’uso del latino, che continuò fino ai primi anni del secondo dopoguerra. I volumi venivano compilati a mano secondo formule ben precise e costanti, mentre l’utilizzo di registri prestampati si diffuse soltanto a partire dai primi anni del Novecento. È infine importante ricordare che gli atti ricavati da questi libri producono effetti giuridici per tutti gli anni anteriori al 1866.

Il libro dei battesimi (liber baptizatorum) è il registro in cui vengono annotati i nominativi di coloro che hanno ricevuto il sacramento del battesimo. Ogni parroco è tenuto a compilarlo e a conservarlo a partire dalle disposizioni contenute nel decreto istitutivo del Concilio di Trento. Istruzioni relative ai formulari da utilizzare nella compilazione dei dati sono fornite dal Rituale romano di papa Gregorio XIII del 1583, in seguito riprese nel rituale del 1614 di papa Paolo V. Secondo le indicazioni stabilite dalla normativa, sui registri dei battesimi i parroci hanno il compito di annotare il nome del battezzato, paternità e maternità, la data del battesimo, il nome del celebrante, i nominativi di padrini e madrine. Vengono aggiunte delle precisazioni in caso di figli illegittimi, esposti, di battezzati sub conditione o di celebrante differente dal parroco. Il Codice di diritto canonico del 1983 prevede che nel libro dei battezzati sia annotato successivamente anche la confermazione e tutto ciò che riguarda lo stato canonico dei fedeli, in rapporto al matrimonio, all’adozione, all’ordine sacro, alla professione perpetua emessa in un istituto religioso e al cambiamento del rito. Leggendo questi libri possiamo facilmente notare che nei secoli passati moltissime erano le nascite, ma erano davvero pochissimi i bambini che sopravvivevano a causa dell’elevatissima mortalità infantile. Il primo registro dei battesimi presente nel nostro archivio parrocchiale venne compilato a partire dal 1575 dall’allora arciprete don Bartolomeo Maisio; nei secoli seguenti sono stati compilati in tutto 28 registri. Inizialmente furono compilati in italiano, con note scarne ed essenziali, in seguito, a partire dalla seconda metà del Seicento, si diffuse l’uso del latino e di formule sempre più complete e accurate. A partire dagli inizi del XX secolo vengono usati registri prestampati.

Il libro dei matrimoni (liber matrimoniorum) è il registro in cui vengono annotati i nominativi di coloro che sono stati uniti in matrimonio in una parrocchia al fine di registrare l’avvenuta amministrazione del sacramento; il più delle volte, nei secoli passati, la cerimonia non avveniva durante la messa e nel medesimo giorno venivano celebrati anche più matrimoni. Ogni parroco è tenuto a compilare questo registro e a conservarlo a partire dalle disposizioni contenute nel decreto istitutivo del Concilio di Trento, le cui disposizione erano tese a rafforzare le strutture famigliari al fine di impedire l’endogamia. La compilazione dei registri dei matrimoni viene recepita più lentamente rispetto alla tenuta di altri libri parrocchiali. I dati riportati sui registri dei matrimoni variano, e sono più o meno dettagliati, a seconda della formula utilizzata dai parroci per annotare il sacramento, ma anche in base al contesto in cui viene celebrato il matrimonio. Nel libro dei matrimoni sono indicati, più comunemente, la data della cerimonia del matrimonio e delle tre pubblicazioni canoniche o l’indicazione della dispensa vescovile che ne ha permesso la riduzione a un numero inferiore, il nome e il titolo del celebrante (archipresbiter, presbiter, rector), il nome degli sposi, loro paternità e maternità, parrocchia o luogo d’origine, il nominativo dei testimoni con loro paternità. In alcuni casi i registri dei matrimoni possono riportare anche informazioni più dettagliate riguardo agli sposi come l’età, la professione, l’alfabetizzazione. Nella nostra Parrocchia la compilazione di questi registri iniziò soltanto nel 1659, per mano dell’allora arciprete don Giuseppe Civardi. Nell’archivio sono conservati in tutto 19 libri, con un periodo di interruzione dal 1778 al 1824.

Accanto ai libri dei matrimoni, che registrano l’atto finale del sacramento amministrato agli sposi, negli archivi parrocchiali sono spesso conservati i documenti preparatori raccolti nel periodo che precede la celebrazione del rito, riuniti in una serie archivistica denominata pubblicazioni matrimoniali. Nelle pubblicazioni si possono conservare: il certificato di battesimo e cresima degli sposi, il certificato di morte in caso di vedovanza di uno dei contraenti, eventuali dispense vescovili rilasciate per ridurre il numero delle pubblicazioni o per ovviare ad impedimenti canonici. Il Concordato del 1929 tra Stato e Chiesa riconosce gli effetti civili del matrimonio canonico e, di conseguenza, anche dei documenti ecclesiastici prodotti nell’ambito del sacramento.

Il libro dei defunti (liber defunctorum) è il registro in cui vengono annotati i nominativi di coloro che sono morti e la loro condizione sacramentale; è doveroso segnalare che in questi volumi, specialmente tra quelli più antichi, sono talvolta indicate anche le cause della morte. L’obbligo della compilazione di questo registro venne ufficialmente introdotta dal Rituale romano di Paolo V (1614), che ne prescrive la tenuta per le chiese in cui si provvede alla sepoltura dei defunti; solitamente vengono annotati il nome del defunto, la data della morte o della sepoltura, l’età, lo stato civile, la causa della morte, il luogo della tumulazione, il conferimento dei sacramenti, in particolare il sacramento dell’estrema unzione, il nome sacerdote che ha conferito i sacramenti o accompagnato il defunto al cimitero. Registri simili ai libri dei morti sono rintracciabili dal XIV secolo ma sono compilati con finalità differenti, in particolare quando previsti dal potere civile. Presso la nostra Parrocchia la compilazione di questi registri iniziò nell’anno 1576, da parte dell’allora arciprete Bartolomeo Maisio, che guidò la nostra Parrocchia dal 1574 al 1588.

Nel libro dei cresimati si trovano indicati soltanto il nome e cognome del cresimando e talvolta l’età. Questo sacramento e quindi la relativa registrazione nel libro veniva impartita solitamente ogni cinque anni in occasione della visita pastorale da parte del Vescovo. Nella nostra Parrocchia l’uso di tenere un registro apposito in cui registrare le Cresime si è diffusa soltanto in tempi relativamente recenti. Il primo dei quattro registri esistenti in Archivio venne iniziato nel 1883 da don Gioacchino Cella, arciprete di Pontenure dal 1856 al 1890.

Gli stati delle anime (status animarum) sono registri che riportano determinati dati anagrafici e religiosi dei parrocchiani, ma anche le professioni da loro svolte e le proprietà possedute, elementi assai utili per determinare l’importo della decima da versare alla Parrocchia; gli stati delle anime possono essere pertanto considerati una sorta di censimento organizzato della popolazione. A differenza del libro dei battesimi e di quello dei matrimoni, la cui compilazione venne istituita e regolamentata a partire dal Concilio di Trento, gli stati delle anime vennero introdotti dalla costituzione Apostolicae sedis di papa Paolo V (1614). Le disposizioni contenute nel documento pontificio prescrivevano al parroco di annotare tutti i componenti dei vari nuclei familiari al fine di verificare la soddisfazione dell’obbligo del precetto pasquale. Questa documentazione era redatta o aggiornata annualmente, di solito in occasione della visita compiuta dal sacerdote nelle case dei parrocchiani per la benedizione pasquale, e pertanto costituisce una fonte importante per studi demografici, sociali, toponomastici ed eventuali ricerche genealogiche. Sul registro sono annotati i fedeli secondo i nuclei o fuochi famigliari, intesi però non come famiglia naturale, cioè composta da individui uniti fra loro da vincoli di parentela, ma come comunità comprensiva di chi si è unito alla famiglia per altre ragioni, solitamente economiche, lavorative o per condivisione dell’abitazione. A partire dal capofamiglia, di ciascun individuo sono generalmente riportati nome e cognome, età, rapporto di parentela che lo lega al nucleo famigliare, condizione rispetto ai sacramenti di cresima, confessione, comunione o eventuale soddisfazione dell’obbligo pasquale. Se la compilazione degli stati delle anime è particolarmente accurata, oltre a fissare la situazione religiosa e sacramentale dei parrocchiani, è possibile rintracciarvi anche altre annotazioni importanti quali le relazioni parentali, come la composizione del nucleo familiare, la condizione lavorativa del capofamiglia, lo stato economico della famiglia, le eventuali attività degli altri componenti della famiglia, la presenza di domestici, i nomi delle vie e delle contrade, la proprietà o meno dell’abitazione. Il libro dello stato delle anime è di grande utilità per le ricerche, dato che non sempre siamo così fortunati da ritrovare tutti i documenti relativi a battesimo, matrimonio, e morte dei nostri antenati.

Libri dei Battesimi, 28 volumi: I tomo, 1575/1584; II tomo 1585/1609; III tomo, 1614/1626; IV tomo, 1627/1658; V tomo, 1659/1682; VI 1683/1715; VII tomo, 1715/1739; VIII tomo, 1739/1755; IX tomo, 1755/1768; X tomo, 1768/1779; XI tomo, 1779/1802; XII tomo, 1803/1819; XIII tomo, 1820/1837; XIV tomo, 1837/1864; XV tomo, 1864/1891; XVI tomo, 1892/1901; XVII tomo, 1901/1910; XVIII tomo, 1910/1920; XIX tomo, 1920/1931; XX tomo, 1931/1944; XXI tomo, 1944/1952; XXII tomo, 1952/1961; XXIII tomo, 1961/1969; XXIV tomo, 1969/1979; XXV tomo, 1979/1994; XXVI tomo, 1994/1999; XXVII tomo, 1999/2011; XVIII tomo 2011/….

Libri dei Defunti, 23 volumi: 1576/1584*; I tomo, 1585/1626; II tomo, 1627/1663; III tomo, 1663/1692; IV tomo, 1692/1708; V tomo, 1708/1739; VI tomo, 1739/1747; VII tomo, 1747/1766; VIII tomo, 1766/1780; IX tomo, 1780/1811; X tomo, 1812/1823; XI tomo, 1824/1837; XII tomo, 1837/1883; XIII tomo, 1884/1906; XIV tomo, 1906/1925; XV tomo, 1926/1950; XVI tomo, 1951/1972; XVII tomo, 1972/1980; XVIII tomo, 1980/1990; XIX tomo, 1990/1996; XX tomo, 1996/2002; XXI tomo, 2002/2009; XXII tomo, 2009/2016; XXIII tomo, 2016/….

Libri dei Matrimoni, 19 volumi: I tomo, 1659/1673; II tomo, 1678/1691; III tomo, 1691/1715; IV tomo, 1716/1778; V tomo, 1824/1837; VI tomo, 1837/1895; VII tomo, 1896/1920; VIII tomo, 1920/1929; IX tomo, 1933/1938; X tomo, 1938/1942; XI tomo, 1938/1942; XII tomo, 1942/1947; XIII tomo, 1947/1950; XIV tomo, 1950/1954; XV tomo, 1954/1961; XVI tomo, 1961/1973; XVII tomo, 1973/1997; XVIII tomo, 1997/2007; XIX tomo, 2007/….

Libro delle Cresime, 4 volumi: I tomo, 1883/1958; II tomo, 1959/995; III tomo, 1996/2011; IV tomo, 2011/….

NOTE. – Mancano le registrazioni dei battesimi dal 1609 al 1614 e dei matrimoni nei periodi del 1673/1678 e dal 1778 al 1824. A partire dall’inizio del Novecento si diffonde l′uso dei registri prestampati.

* Le registrazioni dei morti dal 1576 al 1584 sono annotate sull’VIII tomo dei Battesimi.

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