I bambini della Quinta Elementare animano la celebrazione liturgica della Domenica in laetare, quarta domenica di Quaresima
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
I bambini della Quinta Elementare animano la celebrazione liturgica della Domenica in laetare, quarta domenica di Quaresima
Continua il viaggio attraverso il tempo di Quaresima verso la meta finale, la celebrazione della Pasqua di Resurrezione. Nella giornata di domenica 26 marzo la Chiesa ha celebrato la quarta domenica di Quaresima, detta anticamente Domenica Laetare dall'incipit dell’introito del giorno, che, in latino, inizia con le parole Laetare Jerusalem, ossia Rallegrati, Gerusalemme. Si tratta di una domenica speciale, in cui la Chiesa sospende la penitenza propria del periodo quaresimale, i canti ritornano a parlare di gioia e consolazione e il viola dei paramenti può essere sostituito dal rosa. Il motivo della proclamazione di questa gioia è l’approssimarsi della festa: anche la liturgia contribuisce a creare attraverso segni e simboli quell’aurora che annuncia il sole di Pasqua !
La santa messa delle ore undici, che ha visto come tutte le domeniche la nostra chiesa piacevolmente affollata dai bambini che hanno frequentato il catechismo e giovani scout, è stata accompagnata dai canti eseguiti dai cantori del Coro “Perfetta Letizia”, mentre i bambini di Quinta Elementare e alcuni giovani fidanzati prossimi alle nozze sono stati chiamati ad animare la liturgia con la lettura e l'offertorio.
Nel corso della sua omelia, don Mauro ha ricordato in breve il percorso della Quaresima, «che ci ha visto passare attraverso la cenere del pentimento, la solitudine del deserto, l’altezza del monte e il pozzo della samaritana fino all’acqua che illumina, ossia all’acqua della piscina di Siloe, che in ebraico significa inviato», un'antica piscina di Gerusalemme presso la quale è ambientato il suggestivo brano tratto dal Vangelo secondo Giovanni, che narra della miracolosa guarigione del cieco nato da parte di Cristo. Don Mauro è quindi passato a descrivere la vicenda di cui è stato protagonista quest’uomo, di cui il Vangelo omette volutamente il nome perché «egli rappresenta in realtà ciascuno di noi, che siamo chiamati ad un cammino di conversione e a una nuova vita in Cristo».
La guarigione di quest’uomo cieco fin dalla nascita da parte di Cristo provoca sconcerto e incredulità fra i suoi amici, parenti e conoscenti, che rimangono alla superficie di questo evento miracoloso, ma anche del cieco stesso, preoccupato della possibile condanna da parte dei farisei, rigorosi interpreti della Legge, che considerano il rispetto letterale della norma ancora più importante del miracolo stesso. Anche i genitori del cieco assumono un atteggiamento distaccato, quasi degno di Pilato, nel timore di essere scomunicati ed esclusi dalla comunità dei fedeli. Tutti costoro, pur riconoscendo il prodigio compiuto da Gesù, non osano insomma proclamare la verità, e riconoscere Cristo come Signore. Tutti noi spesso ci comportiamo così, ha proseguito don Mauro, siamo increduli, timorosi o esitanti, oppure ci rinchiudiamo al sicuro dietro norme e precetti, arrivando persino al punto di spingerci a dire a Dio cosa deve fare. Per capire chi è veramente Cristo dobbiamo seguire l’esempio del cieco nato, che soltanto essere stato allontanato dalla comunità comprende davvero chi l’ha guarito e capisce che Gesù è “luce del mondo”, che Egli stesso è Siloe, ossia l’inviato, colui che è stato mandato dal Padre a portare ad ogni uomo la luce della vita.
Come ricordavamo sopra, l’animazione della celebrazione liturgica è stata assicurata dai bambini della Quinta Elementare, che hanno portato un cero con cui hanno acceso i piccoli lumini posti lungo i bordi del suggestivo pozzo allestito dinanzi all’altare e letto dall’ambone le preghiere dei fedeli. All’offertorio hanno presentato i doni alcune giovani coppie di fidanzati, che hanno frequentato in queste settimane il Cammino di preparazione al matrimonio cristiano organizzato come ogni anno dalla nostra parrocchia. I bimbi più piccoli sono stati i protagonisti dello scambio della pace, mandati da don Mauro a portare la pace a tutti coloro che erano presenti in chiesa, e in particolare proprio alle giovani coppie di fidanzati, con l’augurio di diventare dei buoni genitori.