Giovedì 25 Aprile, il 74° anniversario della Liberazione
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Giovedì 25 Aprile, 74° anniversario della Liberazione
Era il 25 aprile dell'anno 1945: l'Italia usciva da un periodo tristissimo di divisioni, lacerazioni e distruzioni. Finiva così il secondo conflitto mondiale. Innumerevoli le vittime della guerra, altrettanto o quasi quelle causate dalla veemenza e dall'irruenza delle passioni in lotta. A distanza di 74 anni da quei fatti dovremmo però sentirci liberi di non smentire la storia e di riconoscere con onestà i frutti di quell'albero, la riconquistata libertà, che ci ha riconsegnato il diritto di pensiero e di opinione, nella fratellanza comune.
La celebrazione di questa ricorrenza nel nostro paese si è tenuta nella mattinata di oggi, giovedì 25 aprile. Come ogni anno, un piccolo corteo, formato dalle autorità, dai membri delle varie associazioni combattentistiche e da alcuni cittadini, si è riunito alle nove del mattino davanti al municipio per muoversi poi verso la chiesa per la celebrazione della santa messa, officiata dal nostro parroco don Mauro Tramelli. A precedere il corteo i musicisti della Banda "Del Val-Pegorini" e il gonfalone del Comune che, lo ricordiamo, è decorato dal 1994 di medaglia di bronzo al valor militare per il contributo offerto dai suoi cittadini durante la guerra di Liberazione, con la seguente motivazione «Il comune di Pontenure, attraversato dalla via Emilia, subito dopo l'armistizio levava alto il vessillo dell'onore nazionale, dando alle file partigiane i suoi figli più degni ed opponendosi con fierezza indomita all'invasore. Pur subendo incendi, rastrellamenti e deportazioni, impegnava il nemico distruggendo le sue comunicazioni ed arrecando sensibili perdite alle colonne motorizzate in transito fino a cacciarlo dal suo territorio. Esempio di fermezza, di ardimento, di amore alla Patria e alla libertà. Pontenure, 8 settembre 1943 - 25 aprile 1945».
Alle ore 09.30 è quindi iniziata la santa messa in suffragio dei combattenti caduti durante tutte le guerre, nel giorno in cui la Chiesa celebra il giovedì dell'Ottava di Pasqua, quel periodo liturgico che comprende la domenica di Pasqua e i sette giorni seguenti, un periodo gioioso per rimanere ancorati alla bellezza della resurrezione del Signore, che si conclude e ha il suo culmine nella celebrazione della Domenica in Albis. Alla solenne celebrazione, accompagnata dai canti del Coro "La Torre", hanno preso parte le autorità civili e militari del nostro Comune, tra cui il sindaco Manola Gruppi, il vice sindaco Angela Fagnoni, il maresciallo Luciano Salatino, comandante della stazione dei Carabinieri di Pontenure, oltre a numerosi assessori e consiglieri comunali. Erano ovviamente presenti anche i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, con le loro bandiere, ma anche i volontari del Gruppo della Protezione Civile del nostro paese e gli scout adulti della Comunità Masci "Intorno al fuoco".
Durante la sua omelia don Mauro ha voluto ricordare come l'Ottava di Pasqua celebrata in questi giorni della Chiesa sia a tutti gli effetti «una lunga narrazione di liberazione, di un Dio che non cessa mai di andare a cercare il suo popolo», per salvarlo e «per poi liberarlo da una chiusura, che in fondo è una paura, la paura della morte e del peccato. Per cui il Signore vive, sperimenta e passa attraverso la morte affinché noi possiamo avere questo sguardo di liberazione». «Ma per rimanere liberi», ha sottolineato il celebrante, «non dobbiamo mai perdere la memoria, per mantenere e trasmettere a coloro che vengono dopo questa libertà che il Signore ci ha conquistato e per impedire che il genio del male prenda il sopravvento». Citando il contributo offerto alla Resistenza dalle Aquile randagie, un gruppo di scout di Milano e Monza che svolgeva attività giovanili clandestine durante il fascismo, don Mauro ha proseguito affermando: «abbiamo vissuto infatti nella nostra storia le tenebre del male, dove Dio è stato cancellato ... sono state sciolte le associazioni, ma lo scoutismo è proseguito nei boschi, perché non si può rinunciare alla propria libertà».
Al termine del rito religioso, tutti i presenti si sono trasferiti in piazza Amato Re, intitolata a un patriota caduto in combattimento a Ponte dell'Olio il 19 settembre 1944, dove si è svolta la prima parte della cerimonia civile di fronte al monumento ai Caduti per al Patria, la grande fontana opera dell’architetto Pietro Berzolla, decorata con bassorilievi bronzei opera dello scultore bronzee opera dello scultore Vittore Calegari che raffigurano un soldato prigioniero nel lager, un partigiano che spezza le catene della dittatura e una madre che tiene fra le braccia il figlio morente per aver lottato per la democrazia. Dopo l’esecuzione dell'Inno di Mameli da parte della Banda, che ha accompagnato il sempre solenne e toccante rito dell'alzabandiera, è stata effettuata la tradizionale deposizione di una corona d’alloro per rendere omaggio a tutti i caduti.
Dopo la benedizione della corona di alloro da parte di don Mauro e un breve discorso del sindaco Manola Gruppi, alcune ragazze della Scuola Media "Francesco Petrarca" hanno letto alcune riflessioni personali da loro realizzate con le loro insegnanti sul tema della Liberazione. Successivamente il corteo si è diretto al cimitero comunale, dove durante un'altra suggestiva cerimonia sono state deposte altre due corone d'alloro, una vicina alle tombe dei tredici partigiani pontenuresi caduti per la nostra libertà e l’altra presso "Il luogo della memoria", la piccola cappelletta che raccoglie i nomi dei centocinquantuno caduti di tutte le guerre, unendo così nel commosso ricordo e nel doveroso omaggio il loro sacrificio per un paese libero e unito, ma anche più civile e più giusto.