La preghiera di Quaresima di Sant’Efrem il Siro
di Redazione Sito ·
La preghiera di Quaresima di Sant'Efrem il Siro
Una delle preghiere più caratteristiche della Grande e Santa Quaresima, così questo tempo liturgico è conosciuto fra gli ortodossi, è senza dubbio la breve supplica che la tradizione attribuisce ad uno dei più grandi maestri di vita spirituale: Sant'Efrem il Siro, monaco, teologo e dottore della Chiesa vissuto nel IV secolo, che ben riassume l'essenzialità propria dello spirito di Quaresima.
Sant'Efrem nacque nel 306 a Nisibi, una città della Mesopotamia governata con la forza delle armi da Roma. A 15 anni fece la conoscenza del Vangelo, che studiò con passione nonostante l'ostilità del padre, un sacerdote pagano. Dopo essere stato battezzato, strinse una profonda amicizia con il vescovo della città, con il quale contribuì a costruire e a guidare una scuola di teologia. Quando nel 363 i persiani conquistarono la città natale, Efrem, alternando la vita ascetica all’insegnamento, si ritirò per gli ultimi anni della sua vita presso Edessa, dove morì il 9 giugno 373. Una sua peculiarità è quella di essere un profondo pensatore cristiano – sarà uno dei più insigni della sua epoca – e insieme un sublime poeta. Efrem è capace di rivestire intuizioni sulla fede con l’armonia di versi che toccano il cuore. E ciò che scrive fa scuola.
Da questa nota preghiera di Sant'Efrem, che nel tempo quaresimale viene recitata dai nostri fratelli ortodossi per due volte al giorno, dal lunedì al venerdì, si comprende meglio la prospettiva nella quale deve porre in questo tempo di preparazione alla Pasqua il cristiano praticante, che vuole seguire in tutto non solo la giusta dottrina, ma anche una retta pratica della vita spirituale.
Tutto ciò che ripiega la persona su sè stessa e la allontana dal prossimo, dal fratello, ossia l’ozio, la curiosità, la superbia, la loquacità, il giudizio del fratello, viene rigettato. Viene invece fermamente richiesto quanto appartiene alla piena disponibilità verso l'altro, senza richiesta o aspettativa di compenso o riconoscenza, e cioè la saggezza, l’umiltà, la pazienza, l’amore, nella serena considerazione della propria inadeguatezza.
Si recita questa preghiera una prima volta facendo il segno della croce insieme ad una "metanía" (ossia prostrazione) dopo ogni richiesta; ci si inchina quindi per dodici volte, facendo il segno della croce e dicendo: "O Dio, purifica me peccatore!". Alla fine, si ripete tutta la preghiera con un’ultima prostrazione.
Il teologo ortodosso Alexander Schemann, nel suo libro La Grande Quaresima, così spiega riguardo questa preghiera: «È una sorta di promemoria del nostro sforzo personale in Quaresima, che mira innanzitutto a liberarci da alcune profonde malattie spirituali che permeano la nostra vita e ci rendono praticamente impossibile anche solo cominciare a rivolgerci a Dio».
In quanto poi alle metanìe, cioè gli inchini che costellano la preghiera, esse permettono anche al corpo di partecipare alla preghiera, restituendogli così la sua vera funzione di "Tempio dello Spirito". Dice padre Schemann a questo riguardo: «L’uomo intero, nella sua caduta, si è allontanato da Dio, l’uomo intero dovrà essere rigenerato; è l’uomo tutto intero che deve tornare a Dio. (…) Per questo motivo, tutto l’uomo, corpo e anima, si pente. Il corpo partecipa alla preghiera dell’anima, così come l’anima prega per mezzo del corpo. Le prostrazioni, segno di pentimento e di umiltà, di adorazione e di obbedienza, sono dunque il rito quaresimale per eccellenza».
Luca T.
Signore e Padrone della mia vita,
non datemi uno spirito di ozio, di curiosità,
di superbia e di loquacità.
Fate invece dono al vostro servo
di uno spirito di saggezza, di pentimento,
di pazienza e di carità.
Sì, o Signore e Sovrano,
donatemi di vedere i miei peccati,
e di non giudicare il mio fratello,
poiché voi siete benedetto nei secoli dei secoli.
Amen.
O Dio, siate propizio a me peccatore,
e abbiate misericordia di me.
Sì, o Signore e Sovrano,
donatemi di vedere i miei peccati,
e di non giudicare il mio fratello,
poiché voi siete benedetto nei secoli dei secoli.
Amen.