La Pentecoste: il prodigio d’amore dello Spirito
di Redazione Sito ·
di Livia – 18 Maggio 2024
Erano trascorsi cinquanta giorni dalla Pasqua, gli Apostoli e Maria, la madre di Gesù, come era consuetudine del popolo ebraico, avevano festeggiato la Pentecoste. Era questa una delle tre feste più importanti per il popolo, le cosiddette feste di pellegrinaggio, insieme a quella degli Azzimi in primavera e quella delle Capanne in autunno.
La Pentecoste, detta anche festa delle sette settimane (dopo la Pasqua) segnava la fine della mietitura del frumento e rappresentava un periodo, anche di più giorni, in cui il popolo festeggiava e gioiva, rinfrancato dalla certezza che il pane quotidiano era assicurato.
Quell’ultimo giorno di festa stava ormai per finire e i Dodici con Maria si trovavano riuniti tutti insieme. D’improvviso, un gran fragore e un forte vento riempì la casa mentre dall’alto lingue come di fuoco si dividevano e si posavano sui capi di ciascuno di loro.
Quel rombo strano e inusitato richiamò una gran folla che sbigottita si radunò in strada a chiedersi che cosa mai stesse succedendo. Per di più ciascuno dei presenti, abitanti delle più svariate regioni circostanti, udiva gli Apostoli che parlavano, delle grandi opere di Dio, nella propria lingua.
Fra tutti era sorta una grande perplessità: che cosa significava ciò che stava per avvenire? Alcuni ascoltavano, altri deridevano. Il mondo era così a quei tempi, e così è rimasto!!!
Pietro, da capogruppo, agì a nome di tutti e diede spiegazione della cosa: lo Spirito di Dio scendeva in aiuto di tutti coloro che volevano accogliere il lieto annuncio, in attesa della ultima venuta del Cristo nel giudizio finale.
“Vi ho chiamato amici” e come Amico il Signore non poteva andarsene e abbondonare i suoi alle loro forze, ben sapendo di che pasta (quella umana) erano fatti. Per questo inviava ed invia tuttora lo Spirito Santo. La nostra fragilità è ben presente agli occhi di Dio: Egli sa fin troppo bene che ci serve un sostegno solido e sicuro.
“Spirito di Dio, scendi su di noi, rendici docili, umili, semplici”, questa è l’invocazione che si canta durante il sacramento della Cresima. Si prega il Signore che effonda sul suo popolo la sua grazia e il suo amore, proprio come ha fatto con i suoi Dodici, soli e così timorosi, e poi tanto rinfrancati e decisi. E tutto ciò grazie all’opera potente dello Spirito d’eterna sapienza, dono del Padre Altissimo.