Mercoledì 1° Maggio: il ricordo delle Vittime sul lavoro nel giorno di San Giuseppe Artigiano
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Luciano Casolini e Luca T. – 02 Maggio 2024
“Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente“. Questo versetto, tratto dal capitolo 5 della lettera di San Giacomo, ribadisce, con forza, il rispetto e la grande considerazione che il Creatore ha riservato ai lavoratori.
Pertanto, il primo maggio, festa laica del lavoro, ricorre la memoria liturgica di San Giuseppe operaio, il quale come custode e padre putativo di Gesù, ebbe la premura di proteggerlo, educarlo e assisterlo ma anche di provvedere al suo sostentamento con l’onesto lavoro di falegname.
Il silenzio e la discrezione di San Giuseppe trasformarono il suo lavoro in un mezzo di elevazione verso Dio, resero il luogo di lavoro una comunità di persone fondata sulla solidarietà e il rispetto della dignità umana.
Proprio l’esempio di San Giuseppe fu il modello al quale si richiamò la dottrina sociale della Chiesa fin dalle encicliche Rerum Novarum di papa Leone XIII, poi, con la Quadragesimo Anno di papa Pio XI e la Centesimus Anno di papa Giovanni Paolo II. In tutte queste encicliche viene ribadito che il lavoro ha la grande dignità di promuovere la solidarietà, lo sviluppo,il raggiungimento del bene comune, avendo sempre , come stella polare , la conformità al messaggio evangelico.
Pertanto i pontefici hanno sempre rimarcato che a nessuno manchi la possibilità di avere un giusto lavoro, una dignitosa ed equa remunerazione economica, la necessaria sicurezza nello svolgimento delle mansioni lavorative, la tutela del rispetto della promozione umana.
Oggi, purtroppo, troppo spesso, il mondo del lavoro è contraddistinto dallo sfruttamento, dalla speculazione, dal lucro, dagli abusi e dal conseguimento del profitto nel quale il lavoratore rischia di essere considerato un mero numero. San Giuseppe ,operaio buono e mite, protegga e illumini tutti i lavoratori e coloro che devono garantire condizioni dignitose e lavoro a dimensione umana.
Malgrado la pioggia e il tempo quasi invernale, anche la nostra Comunità, religiosa e civile, ha celebrato la giornata del 1° Maggio con la consueta cerimonia presso il monumento ai Caduti sul lavoro collocato nel giardino delle Scuole medie. Erano presenti tra gli altri il vice sindaco Angela Fagnoni, alcuni assessori comunali, il comandante della stazione dei Carabinieri di Pontenure, luogotenente Luciano Salatino, i familiari di coloro che hanno perso la vita sul posto di lavoro, riuniti nella sezione Anmil di Pontenure, e don Luigi Mosconi, collaboratore della nostra Comunità pastorale.
Dopo l’intervento del vice sindaco Fagnoni, anche don Mosconi, prima della preghiera conclusiva che ha concluso la breve cerimonia, ha preso brevemente la parola. “Ricordiamo le vittime sul lavoro e facciamo che questo giorno sia di vera memoria e non soltanto ricordo“, ha detto don Luigi che, condividendo con la conseuta spontaneità alcuni suoi ricordi personali del lungo periodo trascorso in Brasile, ha ricordato come dietro a questa festa ci sia “molta storia e molto sangue versato” per far trionfare la dignità di ogni essere umano. Prima della benedizione finale, don Luigi ha invitato ancora una volta tutti i presenti ad andare con il cuore fino “a quella piccola bottega di Nazareth, dove il Figlio di Dio si è fatto lavoratore“, per accogliere “questo messaggio così importante, molto attuale e molto vero“.